LA STORIA
Il Convento San Michele Arcangelo sorge, non lontano dal Duomo, intorno alla chiesa intitolata al Santo, prospicente l’omonima via, in località Orto Magno.
L’origine del monastero femminile benedettino, confermata da alcuni documenti del 997, è attribuita ai conti Guaferio, Guido e Aloaria mentre la piccola chiesa di San Michele fu fondata prima del monastero, nel corso del IX secolo.
Nel 1297 si insediarono nel Complesso le benedettine di San Lorenzo, ma nel 1589, vi si trasferiscono tutte le monache clarisse, sicché il San Michele divenne una unica comunità francescana. Per il nuovo fabbisogno, si realizzarono dei lavori, ultimati poi agli inizi del ‘600.
Nel 1866 l’edificio fu adibito ad Ufficio di Leva e la chiesa affidata al clero secolare.
Nel 1941 parte dei locali e la chiesa saranno ceduti ai padri Lazzaristi e, nel 1981, ai francescani.
Alla fine degli anni Novanta alcuni ambienti situati al pianterreno e parte dell’ala nord restaurata, sono stati occupati dall’associazione AMASI altri, invece, da un gruppo di giovani scout.
Successivamente il Comune di Salerno ha ristrutturato e trasformato in struttura ricettiva la parte di sua proprietà, mentre la parte restante è stata ceduta alla Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana che ne ha recuperato in parte i locali e che attualmente li occupa con i suoi uffici.
Nel 2017, per la parte di sua proprietà la Fondazione Carisal ha avviato un Piano di Valorizzazione e, nel 2018, un’articolata operazione di ristrutturazione dell’immobile e di restauro delle testimonianze artistiche ed archeologiche presenti all’interno dell’edificio, ultimata alla fine del 2021.
L’edificio si colloca oggi come nuovo punto di riferimento della città di Salerno, promotore di attività sociali, culturali ed ambientali, in grado di promuovere il territorio salernitano e la sua identità storica, di generare opportunità di coesione sociale e di sviluppo culturale e di crescita del benessere della comunità ed in particolare dei giovani.
L’ARCHITETTURA
L’accesso principale al Complesso è dalla omonima via San Michele, attraverso l’antico portone monumentale in legno, incorniciato da un complesso di lesene culminanti con un timpano spezzato in pietra, all’interno del quale si apre una grande finestra ad arco.
Il Complesso è caratterizzato da due bracci disposti ad “elle”, il più lungo è orientato parallelamente alla via San Michele , il più corto, ortogonale a quest’ultimo, si sviluppa a ridosso dell’attuale Sant’Alferio. Entrambi delineano un giardino rettangolare (orto dell’ ex convento), su cui si affaccia il fronte interno dell’edificio.
Internamente l’edificio ha una conformazione spaziale molto particolare frutto di stratificazioni di numerosi interventi, eseguiti nel corso degli anni.
L’edificio si sviluppa principalmente su 3 livelli più 2 livelli intermedi e un terrazzo di copertura ed è caratterizzato da una serie di piccoli e grandi ambienti, posti a quote differenti, comunicanti tra loro attraverso corridoi e vani arcuati.
Da un rilievo del Complesso conventuale, realizzato dall’ufficio dei lavori pubblici del Comune di Salerno probabilmente intorno all’inizio del XX secolo, è stata possibile rilevare la conformazione planimetrica di tutti e tre i livelli in una fase precedente all’attuale stato di fatto:
– al piano terra (attuali sale d’ingresso) si rileva la presenza di un unico ambiente adibito a Parlatoio, collegato ad un altro ambiente unico di forma rettangolare allungata che non presenta aperture verso l’esterno ed è collegato nella parte retrostante con uno spazio definito Sotterraneo e alla chiesa con annessa Sagrestia. Rispetto alla conformazione attuale mancano il cortile e gli ambienti che vi si affacciano ed è diversa la divisione degli ambienti;
– sia il primo che il secondo piano hanno una distribuzione degli ambienti completamente diversa dall’attuale. Al primo piano era collocato un Refettorio (l’attuale sala affrescata), il secondo piano costituito da Corseje, dove sono ubicate le camerate con le celle, uno stanzone verso mezzogiorno situato sopra l’infermeria e le cinque stanze della converse così denominate: “1 stanza detta di Camilla […] 1 stanza detta di Chiara […] 1 stanza detta la Presonia”. Si parla inoltre di un forno esistente in prossimità del dormitorio, che viene spostato nel giardino, per problemi legati al fumo prodotto.
Si rileva la presenza di tre lotti, di cui uno a ponente, uno intermedio nel quale vi è già una delimitazione planimetrica dell’area sulla quale sorgerà l’attuale edificio di salute mentale, e uno a levante, dove attualmente vi è l’ingresso da via Bastioni. In quest’ultimo esisteva una lavanderia, che potrebbe corrispondere al lavatoio citato nel documento del 1767, di cui attualmente si conservano ancora dei resti, ed un cortile che si legge essere a ridosso del primo piano, ossia dell’attuale piano terra.